Il Concept

Le prime collezioni hanno sperimentato ricerca di perfezione ed essenzialità nelle linee maschili, morbidezza e glamour in quelle femminili.
Poi sono nate le linee di accessori: le sciarpe nei colori moda, le impalpabili pashmine dalla trama finissima, i guanti per raffinati accostamenti, i “capi gioiello” come top impreziositi di strass e i delicati coprispalla. E per ultimo un prodotto prezioso: “la coperta, una geometria di fili per avvolgersi e per avvolgere con calore e leggerezza. Ed ogni collezione è pronta a rinnovarsi in una sintesi di gusto, tendenza, qualità. I nostri capi sono realizzati esclusivamente in Italia,usando filati 100% WS del Lanificio Cariaggi S.p.A. di Cagli (Pu)

Scheda informativa sul Cashmere

Fonte

La capra “Hircus”. Dalla peluria fine e soffice del sottovello (duvet), strato inferiore, lanoso del pelo.
I peli più rigidi e grossi del manto esterno sono detti giarre.

Origine georgrafica.

Dalle regioni montuose e dagli altopiani dell’Asia. Importanti Paesi fornitori sono: Cina, Mongolia, Tibet.
Oggi solo limitate quantità provengono dalla provincia indiana del kashmir dalla quale la fibra ha preso il nome.
I prodotti di cashmere di questa zona sono stati i primi ad attirare l’attenzione degli europei all’inizio del 1800.

Processo di raccolta.

Le fibre animali speciali vengono raccolte durante le stagioni della muta quando gli animali perdono naturalmente il loro pelo.
Le capre hanno un periodo di muta di diverse settimane in primavera.
In Cina ed in Mongolia la peluria viene tolta a mano con un grosso pettine.

Produzione.

Il pelo setoloso e la peluria sottile delle capre cashmere vengono separati con un processo meccanico chiamato “egiarratura”.
L’intero processo di lavorazione si compone di cernita/lavaggio (si effettua una cernita manuale per separare i peli setolosi, grossolani. Dopo la cernita la fibra viene lavata per eliminare lo sporco, il grasso e le impurità vegetali accumulatesi nel processo di raccolta), egiarratura (questa lavorazione elimina le materie vegetali, la forfora e i peli setolosi esterni), filatura e tessitura.

Calore.

Isolamento termico naturale associato a leggerezza e sottile spessore.
Estremamente caldo per proteggere le capre dalle rigide temperature delle montagne.
Le fibre sono altamente adattabili e vengono facilmente utilizzate per filati di titolo fine o grosso e per tutte le grammature.
Adatte a tutti i climi.

Mano.

Superbamente morbida con sensazione vellutata e soffice.

Colori naturali.

Brown, Silver e bianco.

Tingibilità.

Tingibili in una gamma di colori praticamente infinita. Ha caratteristiche tintoriali molto simili a quelle della lana.

Impieghi finali.

Maglieria, cappotti, guanti, sciarpe, scialli, berretti, pashmine, mantelle, coperte.

Manutenzione dei filati

Il miglior modo per assicurarsi che i capi in cashmere durino è quello di trattarli con cura. Lavare sovente a mano in acqua fredda, usando un sapone delicato, facilmente eliminabile. Piegare le maglie su di un panno e riporli in piano in un cassetto; non appenderli sulle grucce. Concedere un riposo tra un indosso e l’altro di almeno 24 ore; le sgualciture scompariranno. Intervenire sulle macchie il più rapidamente possibile; risciacquare in acqua fredda; l’acqua calda potrebbe fissare le macchia. Quando i capi si bagnano, lasciarli asciugare lontano dal calore diretto e poi spazzolarli con panno morbido. A fine stagione lavare e riporre i capi in un luogo fresco e asciutto, in cassapanche o cassetti, non dimenticando antitarme in cristalli.

Per evitare le frodi.

Siate realisti. Fate attenzione ai così detti affaroni e cercate l’autentica qualità dietro l’etichetta.
Quando comprate Cashmere, controllate sulle etichette cucite e sui cartellini appesi la percentuale dichiarata di Cashmere.
Talvolta i produttori mettono cartellini indicanti “Cashmere”, ma i capi contengono solo il 10 percento o meno di Cashmere. Sia nel caso manchi del tutto una dichiarazione della composizione fibrosa, sia nel caso ci sia una composizione non veritiera, si configura una violazione del Decreto Legislativo 22 maggio del 1999 n. 194 attuativo della direttiva comunitaria in materia di denominazioni del settore tessile e parzialmente modificativo della legge 883/1973 sull’etichettatura tessile. Inoltre un’ulteriore tutela dei consumatori e degli operatori del settore deriva dal Decreto Legislativo del 25 gennaio 1992, n. 74, che in tema di pubblicità ingannevole punisce qualsiasi pubblicità che in qualunque modo, compresa la sua presentazione, induca in errore o possa indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali è rivolta o che essa raggiunge e che, a causa del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento economico ovvero che per questo motivo, leda o possa ledere un concorrente (art. 2, c. 2, lett. B). E’ necessario che i commercianti siano a conoscenza del problema dell’etichettatura scorretta e siano molto prudenti su cosa vendano. La grande responsabilità è nel garantire che la merce che vendono sia effettivamente quella che il produttore dichiara di fornire.
Chiedete sempre informazioni sull’origine del filato e sui fornitori di filato e di fibra.